Il whistleblowing è un meccanismo legale che consente ai lavoratori di segnalare comportamenti illeciti o irregolari all’interno della propria azienda o istituzione.
Queste segnalazioni possono riguardare violazioni di legge, abusi di potere, frodi o altre condotte che mettono a rischio l’interesse pubblico. Il whistleblower, ossia colui che effettua la segnalazione, è protetto da possibili ritorsioni da parte del datore di lavoro, purché la segnalazione sia effettuata in buona fede e riguardi un interesse collettivo.
La Sentenza della Cassazione n. 17715/2024
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 17715/2024 del 27 giugno 2024, ha stabilito che l’istituto del whistleblowing non può essere utilizzato per perseguire scopi personali o per contestare situazioni che non abbiano un impatto su un interesse pubblico o collettivo.
In altre parole, il whistleblowing deve essere impiegato esclusivamente per denunciare irregolarità che possono danneggiare la collettività o violare norme di rilevanza sociale.
Nel caso esaminato dalla Corte, un dipendente aveva utilizzato l’istituto del whistleblowing per denunciare presunte irregolarità aziendali, che però erano motivate principalmente da interessi personali e da una disputa individuale con il datore di lavoro. La Corte ha chiarito che, in tali circostanze, il whistleblowing non può essere considerato legittimo e non può garantire la protezione accordata ai veri whistleblower.
Le implicazioni per le aziende e i lavoratori
Questa sentenza sottolinea l’importanza di comprendere il vero scopo del whistleblowing:
- Per i lavoratori: È essenziale che le segnalazioni siano fatte in buona fede e riguardino questioni di interesse pubblico. Denunce mosse da motivazioni personali non solo non sono protette, ma possono esporre il lavoratore a sanzioni.
- Per le aziende: Le imprese devono adottare procedure interne chiare che distinguano tra segnalazioni legittime e tentativi di usare il whistleblowing per risolvere controversie personali.
Conclusioni
La sentenza n. 17715/2024 della Corte di Cassazione rappresenta un’importante chiarificazione sull’uso corretto dell’istituto del whistleblowing. Riafferma che la protezione dei whistleblower è garantita solo quando la segnalazione serve a tutelare l’interesse pubblico, escludendo i casi in cui le denunce sono mosse da ragioni personali. Questa decisione avrà un impatto significativo su come lavoratori e aziende gestiscono le segnalazioni interne.