di Karin Ambach
Con sentenza Cass. pen., sez. IV, ud. 7 luglio 2021 (dep. 6 ottobre 2021), n. 36181 la Suprema Corte ha ritenuto colpevole un imprenditore del reato di «lesioni personali colpose» per un infortunio, ascrivibile alla mancanza di indicazioni chiare, all’interno dello stabilimento, sui percorsi dei pedoni e su quelli dei mezzi.
Trattasi di sinistro verificatosi all’interno di uno stabilimento in Piemonte. L’imprenditore è stato ritenuto colpevole del reato di «lesioni personali colpose» ai danni di un suo dipendente, per «avere omesso, in qualità di datore di lavoro e di direttore di stabilimento, di disporre che le vie di circolazione e transito fossero predisposte e segnalate in modo tale che le aree di deposito e quelle di lavoro fossero differenziate, così da evitare interferenze tra pedoni e carrelli elevatori e da garantire la sicurezza dei pedoni e dei veicoli».
Nel caso in questione, l’operaio ha subito lesioni gravi poiché uscendo dalla porta del suo reparto, stante la presenza di ingombri che limitavano la visibilità, è andato a collidere con un carrello di sollevamento e trasporto – condotto da un altro operaio – la cui ruota anteriore destra gli ha calpestato il piede destro, causandogli gravi danni.
La Cassazione ha ritenuto colpevole l’imprenditore per quanto accaduto al suo dipendente, causato dall’assenza di adeguate differenziazioni delle due vie di circolazione, nemmeno segnalate. Stante la confusione nello stabilimento aziendale tra i percorsi degli operai e quelli dei veicoli, i pedoni potevano attraversare l’area in cui transitavano regolarmente i muletti e i carrelli elevatori; situazione ulteriormente aggravata dalla costante presenza di materiale che rendeva non visibile il pedone al carrellista.