A 20 anni dal TUF (1998-2018): verso la disciplina della Capital Market Union?

[vc_row css=”.vc_custom_1569880755190{padding-right: 7% !important;padding-left: 7% !important;}”][vc_column][vc_column_text]L’entrata in vigore del Testo Unico della Finanza (TUF) il 1° luglio 1998 fu l’occasione per riunire in un unico corpo normativo disposizioni sparse in diverse e numerose sedi legislative. La nuova disciplina fu improntata alla più ampia delegificazione; si caratterizzò per una compiuta privatizzazione dei mercati e per l’estensione dell’oggetto della disciplina delle società quotate, dalla materia della trasparenza a quella della governance.

Dopo l’approvazione del TUF, gli interventi normativi in materia finanziaria vi confluirono pressoché tutti, integrandone e ampliandone la portata. Nel complesso, risultarono accresciuti i poteri della Consob così come la tutela dei risparmiatori, anche se, in sostanza, l’impianto restò immutato quanto a obiettivi di vigilanza e dosaggio tra norme primarie e secondarie.

Con l’istituzione delle c.d. ESAs la situazione è mutata radicalmente. Un sempre maggior peso è andata acquistando la disciplina dell’Unione direttamente applicabile, rispetto a quella nazionale.

A vent’anni dall’entrata in vigore del TUF, il Quaderno, che raccoglie relazioni e interventi tenuti in occasione del convegno organizzato il 6 novembre 2018 dalle Avvocature della Banca d’Italia e della Consob, si pone il problema se la disciplina recata dal Testo Unico sia ancora attuale, o se non sia, invece, giunto il momento di iniziare a ragionare su di un Testo Unico della Finanza Europeo, anche in virtù delle iniziative di recente assunte dalla Commissione europea.

Il Quaderno fa innanzitutto il punto sull’evoluzione della disciplina dei mercati finanziari, dalla sintesi delle numerose leggi in materia realizzata dal TUF fino agli ultimi sviluppi della legislazione dell’Unione in materia bancaria e finanziaria.

Tocca poi gli aspetti più significativi e attuali della disciplina: dall’attività non bancaria svolta dalle banche – anche alla luce del nuovo contesto europeo rappresentato dal Meccanismo Unico di Vigilanza – alla trasparenza e correttezza nei mercati finanziari e ai profili (interno, della composizione e funzione degli organi sociali, ed esterno, dei rapporti con gli azionisti e degli altri stakeholder) sotto cui può essere riguardata la governance di intermediari ed emittenti.

Infine, il Quaderno tratta il ruolo della Commissione europea e delle ESAs nell’armonizzazione delle regole e del residuo margine di manovra conseguentemente lasciato al legislatore nazionale, degli accresciuti compiti dell’ESMA alla luce del progetto di riforma delle ESAs, nonché del ruolo delle corti europee e nazionali nella definizione dei principi applicabili alle sanzioni in materia di abusi di mercato.

 

Fonte

 

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